Gent.ma
Ministra Lanzetta,
conoscendo
la attenzione che contraddistingue il Suo lavoro nei confronti del
Sud ed, in particolare della Calabria, con questa mia nota vorrei
metterLa a conoscenza delle difficoltà in cui lavorano le
consigliere di parità.
Come
Lei ben sa, la Rete delle consigliere è un organismo del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, che funziona da coordinamento
per le consigliere dei diversi territori (Nazionale, Regionali e
Provinciali). E proprio come Rete si sta producendo un documento
condiviso che presto sarà inviato ai Ministeri competenti per
denunciare il disagio in cui le consigliere operano.
La
mia lettera vuole essere, invece, un appello alla Sua sensibilità
perché possa prendere a cuore questo importante problema.
Il
Codice Pari Opportunità prevede lo stanziamento di un Fondo
Nazionale per le attività delle consigliere di parità, che di anno
in anno, negli ultimi tempi è stato sistematicamente ridotto. Questo
non ha mai impedito, malgrado le crescenti difficoltà, alle
consigliere di svolgere i compiti di promozione delle pari
opportunità sul lavoro e di lotta alle discriminazioni.
Tuttavia,
la situazione oggi è diventata insostenibile. Alla fine del 2013 è
circolata una bozza di riparto del Fondo relativo alle risorse per
all'anno 2013 (perché si viaggia sempre con un anno di ritardo!)
assolutamente inaccettabile, dove alla Calabria venivano assegnati
1.875,87 euro da destinare alle attività di tutte le consigliere,
regionali e provinciali, con la previsione di una indennità mensile
pari, rispettivamente, a 16 e 12 euro mensili lorde. Il Fondo
ammontava a 315.000 euro, di cui oltre l'80 percento veniva
riservato alle regioni a statuto speciale.
Dopo
essere riuscite a bloccare questo provvedimento in Conferenza
Unificata Stato Regioni, ad oggi non si sa più che fine abbia fatto.
Attualmente
siamo nella condizione di non conoscere l’eventuale dotazione per
l’anno 2013, né i criteri di riparto dello stesso tra le regioni.
Sono
preoccupata, cara Ministra, perché fino ad oggi la consigliera di
parità, nel nostro territorio, ha rappresentato un punto di
riferimento per tutte le donne discriminate sul lavoro, in un
contesto di sostanziale inerzia delle politiche territoriali di
genere di fronte ad un fenomeno dilagante di disoccupazione
femminile, di precariato nella migliore delle ipotesi e quasi sempre
di lavoro nero sottopagato. Personalmente ho ricevuto centinaia di
casi e grazie alla legittimazione ad agire in giudizio, che è
specifica del ruolo che rivesto, ho assistito diverse lavoratrici
arrivando a sentenze importanti, di cui ho avuto l'onore di metterLa
già a conoscenza.
Ma
adesso anche questa azione di tutela viene messa in discussione.
Aldilà
degli aspetti economici paradossali che ci sono riservati, per i
quali siamo noi le prime lavoratrici ad essere discriminate, quello
che oggi sono a denunciare con questa lettera è il sostanziale
annientamento allo stato di ogni possibilità di continuare a
lavorare. Ho dovuto rinunciare a iscrivere a ruolo due importanti
casi di discriminazioni collettive ed una individuale perché il
contributo unificato da versare per queste tipologie di cause è di
1800 euro ciascuna! Anche questo a mio avviso è un paradosso, perché
le cause di discriminazioni dovrebbero essere, invece, esenti per
materia da qualsiasi contribuzione fiscale.
Mi
sembra evidente che dietro lo svuotamento delle risorse, si annidi un
pericoloso processo culturale di svalutazione del ruolo degli
organismi di parità e di conseguenze delle politiche di genere. E
questo avviene in un momento storico di grande difficoltà per le
donne, nel quale invece la politica, la Bella Politica, dovrebbe
capire che queste sono le migliori risorse su cui investire per il
futuro della Calabria e di tutto il Paese.
Sono
preoccupata, cara Ministra, e per la prima volta condivido
pubblicamente questo sentimento perché ripongo fiducia nella Sua
figura istituzionale e nella Sua sensibilità di donna calabrese.
Mi
auguro che questo appello venga colto per quello che è: non sono con
il cappello in mano a chiedere risorse, consapevole delle difficoltà
che il Governo affronta in questo momento, ma denuncio un calo di
attenzione istituzionale su una questione fondamentale quale quella
delle politiche di pari opportunità, chiedendoLe un impegno diretto
e concreto per il lavoro delle donne e per quelle calabresi in
particolare.
La
Consigliera Regionale di Parità
Maria
Stella Ciarletta