venerdì 2 aprile 2010

Allarme Rosa in Calabria: il nuovo Consiglio Regionale è composto solo da uomini

Lo scorso dicembre organizzai un seminario sulla rappresentanza di genere dal profetico titolo “Questo non è un paese per donne”, nel corso del quale uomini e donne delle istituzioni si confrontarono sui possibili strumenti legislativi per aumentare la scarsa presenza delle donne negli organismi elettivi regionali e non solo.
Seguirono mesi di intenso dibattito sulla possibilità di introdurre, in seno alla riforma elettorale in discussione al Consiglio Regionale, la cd. doppia preferenza, cioè la possibilità per gli elettorali di esprimere due voti nei confronti di candidati di sesso diverso, come aveva già previsto la Regione Campania.
Seppure l'emendamento sia faticosamente approdato in Aula, l'assemblea regionale l'ha clamorosamente bocciato, con un rifiuto trasversale da parte dei partiti, con il voto favorevole di nove consiglieri.
 A urne chiuse, possiamo leggere, senza grande fatica, le conseguenze di quella presa di posizione politica: non sono state elette donne in Consiglio Regionale.
La Calabria ha perso una occasione storica, e si ritrova, tra le regioni dove si è votato, insieme alla Basilicata, a non avere rappresentanza di genere.
Con amara ironia si potrebbe commentare che la domocrazia paritaria si è fermata ad Eboli.
Se proviamo a vedere i risultati elettorali delle altre regioni, peraltro ancora non definitivi, troviamo una presenza di consigliere più o meno risicata, ma comunque importante: in Puglia e Veneto quattro donne, in Umbria sei, in Toscana sette, nel Lazio dovrebbero arrivare addirittura a dodici, per arrivare al dato della Campania, quello più atteso a causa della introduzione della doppia preferenza, dove un quarto del nuovo Consiglio Regionale è composto da donne, 15 su 60 eletti.
E' evidente come, laddove sia stata introdotto un correttivo come in Campania, la presenza femminile sia potuta crescere significativamente ma senza raggiungere risultati eccezionali e neanche paritari (rimane ancora una utopia il famoso 50 e 50 auspicato dagli slogan dei movimenti femminili), ed è, purtroppo, altresì evidente che il terreno della politica presenta diverse ostilità nei confronti delle donne.
E' grave che nella nostra Regione, oltre metà della popolazione calabrese non sia rappresentata, ed è doloroso riconoscere la sconfitta di una battagli in cui abbiamo creduto in molte.
L'auspicio è che il nuovo Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, voglia compensare questo squilibrio con una adeguata presenze di donne nella Giunta Regionale e nella scelta della nuova classe dirigente che chiamerà a gestire l'amministrazione della cosa pubblica per i prossimi cinque anni.