mercoledì 8 maggio 2013

“La violenza sulle donne e il ruolo dell'avvocatura”




La violenza sulle donne, prima ancora che materia giuridica, è emergenza culturale”. Lo slogan lanciato da Serena Dandini per promuovere l'appello on line per la convocazione da parte del Governo degli stati generali contro la violenza di genere è una sintesi tristemente perfetta del problema.
Non passa giorno che non si legga sui quotidiani di donne uccise per mano del proprio partner o ex partner, di donne perseguitate ossessivamente da uomini incapaci di elaborare una separazione ma anche un semplice rifiuto, molestate dai datori di lavori, destinatarie di un linguaggio violento e oggetto di una rappresentazione mediatica superficiale e eccessivamente sessuata.
Ilaria Leone, Alessandra Iacullo, Michela Fioretti, sono solo i nomi delle vittime più recenti del femminicidio italiano, a cui forse si dovrà aggiungere anche quello della reggina Immacolata Rumi, sul cui decesso sta indagando la Procura reggina, e per il quale, ad oggi, è sospettato il marito della donna.
Le dichiarazioni della Presidente della Camera Laura Boldrini e della Ministra per le Pari Opportunità Josepha Idem lasciano ben sperare per un'intervento strutturale da parte del Governo e del Parlamento su questo tema, sulla scia del Piano Nazionale contro la violenza sulle donne adottato già nel 2010.
L'auspicio è che all'azione di ordine pubblico, indispensabile per reprimere l'emergenza di un crescendo criminoso che vede salire a 35 le donne morte per mano di un uomo nel 2013, con un un dato di 124 morti violente nell'anno precedente, si affianchi un processo culturale innovativo che già dalle scuole elementari educhi al dialogo e al rispetto dell'altro i bambini e le bambine, un cambiamento nell'uso che del corpo della donna si fa nei programmi televisivi e negli spot pubblicitari, dove abbiamo visto pubblicitari, senza scrupoli e fantasia, rappresentare scene di femminicidio per vendere uno straccio per la polvere.
Le associazioni femminili stanno lavorando alacremente da anni e mai come in questo periodo ho visto le ho viste così unite per sostenere questa battaglia di civiltà.
Se Non Ora Quando ha correttamente fatto notare come le denunce delle donne siano spesso prese sotto gamba e la lentezza nei processi possa ritorcersi contro la stessa parte offesa, il sistema di tutela penale appare inadeguato rispetto alle esigenze di protezione reale e immediata di cui le vittime necessitano in questi casi. Ed è in questi momenti che svolgono un ruolo strategico i centri antiviolenza e le case rifugio, che però faticano ad andare avanti e sostenere i costi di gestione.
Di tutto questo se ne discute da anni, le azioni di contrasto proposte vanno verso un maggiore impegno politico/economico da parte del Governo, con l'augurio che alle parole segua un serio impegno di bilancio da investire sulle strategia di contrasto alla violenza, perchè senza un budget adeguato anche le migliori buone intenzioni si fermano per strada.
L'anno scorso il Consiglio Nazionale Forense, in esecuzione del Protocollo d'Intesa sottoscritto con il Ministero Pari Opportunità, ha formato ottanta giovani avvocate ed avvocati, provenienti da quattro regioni del Sud tra cui la Calabria, per diventare “avvocati che difendono le donne” in un percorso multidisciplinare, riconosciuto dal Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da questa bellissima esperienza è nata una vera e propria task force di legali a disposizione della società, dei centri antiviolenza e sopratutto delle donne che abbiano bisogno di essere assistite, chiedere un parere o semplicemente essere ascoltate.
Il progetto sta continuando e i Comitati Pari Opportunità degli Ordini stanno proseguendo per replicarlo sul territorio, creando nuove competenze e professionalità su questo tema con la precisa volontà di impegnarsi in prima persona per diventare avvocate che difendono le donne e parte attiva nell'azione di contrasto alla violenza di genere.
Questo impegno, malgrado possa apparire “marginale” per le sua dimensione, ha il grande merito di aver fatto scendere in campo l'avvocatura sul tema della violenza contro le donne, conferendo a questa professione una ulteriore dimensione di responsabilità sociale e partecipazione attiva alle battaglie per i diritti civili in Italia.

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