lunedì 2 febbraio 2009

La violenza contro le donne e il coraggio della denuncia

a cura di Stella Ciarletta
Consigliera Regionale di Parità
pubblicato su Il Quotidiano del 02 febbraio 2009
La violenza contro le donne non ha razza,non ha età, non riguarda uno specifico territorio, la vediamo scoppiare ovunque con sempre maggiore ferocia e banalità, assumendo molteplici forme, per lo più sommerse.
Quasi ogni giorno leggiamo di stupri, abusi, sfruttamenti, che a volte sfociano tragicamente nell'uccisione della vittima. Malgrado lo sforzo di una parte della politica di farne una questione di sicurezza nelle grandi aree metropolitane, gli ultimi fatti di cronaca ci riportano bruscamente a un fenomeno di diffuso abbrutimento.
Anche la Calabria è diventata, sempre più spesso, scenario di episodi di violenza, da ultimo lo stupro di gruppo di Cassano Jonio, coraggiosamente denunciato dalla giovane vittima rumena. E a questa donna, venuta nella nostra terra per costruirsi un futuro migliore, deve andare la nostra solidarietà per aver avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini.
Dal suo coraggio dobbiamo imparare tutte e tutti.
Troppe volte, infatti, le violenze rimangono nascoste, per paura delle conseguenze, per vergogna, per sfiducia nella giustizia che non riesce a fornire una risposta tempestiva ed efficace a questi reati. Da un'indagine ISTAT del 2006 risulta che il 90 per cento delle violenze non viene denunciata. E a contraddire la demagogica caccia all'untore di questi giorni, c'è il dato in base al quale solo il 24,8 % delle violenze è per mano di stranieri, mentre nel quasi 70 per cento dei casi l'autore è il partner.
Le donne subiscono più forme di violenza. Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica
che sessuale. La maggioranza delle vittime ha subito diversi episodi di violenza. La violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non partner (67,1% contro 52,9%).
Ed ancora più grave è l'assenza di una consapevolezza nelle donne vittime di questi comportamenti:
solo il 18,2% delle donne è consapevole che quello che ha subito è un reato, mentre il 44% lo giudica semplicemente "qualcosa di sbagliato" e ben il 36% solo "qualcosa che è accaduto".
Si può parlare di una emergenza violenze di genere?
L'attuale vuoto istituzionale ha creato un territorio franco per la sottovalutazione del fenomeno, l'indolenza legislativa, grazie alla quale le riforme permangono in una continua ruminazione colitica e affondano sotto i colpi di reciproci emendamenti, ha silenziosamente legittimato uno stato di fatto inquietante dove gli stupri diventano strumento di lotta politica nel periodo elettorale.
Il quadro normativo appare storicamente superato, basti leggere la ley integral spagnola, dove la questione della violenza sulle donne è esplicitamente definita come una questione di fondo per la democrazia e lo stato di diritto, e dove al centro non c'è la vittimizzazione, ma la tutela dei diritti delle donne, della loro libertà. Dobbiamo imparare a ribaltare la prospettiva e riconoscere che non possiamo definirci una vera democrazia sino a quando oltre la metà delle donne italiane dichiara di aver subito una forma di violenza nella propria vita.

Nessun commento: