giovedì 17 maggio 2012

Figli uguali in tribunali diversi: il Senato fa un passo avanti e due indietro


Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge 2805 sull’unificazione dello stato giuridico di tutti i figli, indipendentemente dalla nascita nel matrimonio o fuori dal matrimonio prevedendo una ampia delega al Governo per la revisione di tutte le disposizioni nei codici contrastanti con il principio di uguaglianza giuridica nella filiazione
Il disegno di legge - già approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge n. 128, 2051, 2122 e 2836 - ora tornerà alla Camera per l’approvazione definitiva.
Si tratta di una tappa fondamentale per la costruzione di un sistema giuridico moderno ispirato ai principi della laicità e della uguaglianza che eliminerà quelle ingiustizie e quelle ingiustificate disparità di trattamento che ancora permangono in questo settore.
Manca tuttavia nel disegno di legge una qualsiasi indicazione di quale dovrà essere il giudice che si occuperà delle controversie sulle persone e sulla famiglia. E tutto quindi resterà come prima sul versante della distribuzione di competenze tra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni, nonostante l’unificazione dello stato giuridico dei figli.
E proprio per le controversie tra genitori naturali sull’affidamento e sul mantenimento – cioè nella materia identica a quella della separazione e del divorzio - l’articolo 3 del disegno di legge, pur introducendo nel codice di procedura nuove norme processuali con disposizioni del tutto analoghe a quelle del procedimento di separazione e divorzio, in contrasto con i principi della logica e della semplificazione lascia inspiegabilmente al tribunale per i minorenni la competenza ad occuparsene, così contraddicendo sul nascere l’aspirazione all’uguaglianza.
Nel dibattito in aula è stata da tutti auspicata l’introduzione quanto prima di un unico giudice della famiglia per tutte le controversie del primo libro del codice civile (per il quale l’Osservatorio ha già predisposto un progetto di riforma per un processo civile unitario davanti al giudice ordinario, diventato al Senato disegno di legge n. 3266) ma non si è avuto il coraggio di trasferire immediatamente la competenza per questi procedimenti al tribunale ordinario. Il che sarebbe stato del tutto facilitato dal fatto che il procedimento sull’affidamento e il mantenimento dei figli naturali, introdotto col medesimo disegno di legge è, come detto, del tutto simile a quello di separazione proponendone addirittura l’ applicazione delle stesse norme.
Pertanto ora rischiamo di avere due procedimenti con le medesime regole e le medesime garanzie, uno applicato nei tribunali ordinari per i figli legittimi e l’altro applicato nei tribunali per i minorenni per i figli naturali. Un pasticcio del tutto inspiegabile, senza alcuna giustificazione e contrastante con quella giurisprudenza che ha colto in questi anni la piena simmetria tra i procedimenti di separazione e quelli relativi all’affidamento dei figli di genitori non coniugati e in dissonanza rispetto alle prospettive di unificazione delle competenze giudiziarie che tutti si dichiarano pronti a realizzare.
Sarebbe bastato un solo comma per attribuire fin da subito al tribunale ordinario quella competenza che i giudici ordinari già esercitano quotidianamente nelle cause di separazione e divorzio e di cui evidentemente i giudici minorili non vogliono privarsi.
Grazie al mantenimento di questa scriteriata distribuzione di competenze le coppie di fatto continueranno, quindi, a sobbarcarsi lunghi viaggi per raggiungere i pochi e lontani tribunali per i minorenni anziché potersi rivolgere ai più vicini tribunali ordinari. Per non parlare delle differenze di trattamento derivanti dalla diversa composizione del tribunale. E tutto ciò grazie ad una legge che propugna l’uguaglianza di tutti i figli!
Il testo del disegno di legge torna ora alla Camera per l’approvazione definitiva.
L’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia auspica che nel dibattito emerga la contraddizione di una legge che dichiara di voler garantire l’uguaglianza e poi prevede senza alcuna giustificazione giudici diversi a seconda dell’origine della filiazione.
E si augura che la Camera dei deputati - nella condivisibile prospettiva di istituzione di un unico giudice specializzato della famiglia presso tutti i tribunali - voglia approvare la legge prevedendo che la competenza a decidere in materia di filiazione è attribuita al tribunale ordinario.

Il Presidente
avv. Gianfranco Dosi

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