giovedì 20 novembre 2008

Allarme della Consigliera di Parità per l'esclusione della Calabria dagli incentivi rosa del Governo alle imprese.

È di questi giorni la notizia della firma del decreto da parte del Ministro del Lavoro, di concerto con il Ministro dell'Economia, con il quale si individuano le Regioni in cui gli imprenditori possono usufruire degli sgravi contributivi per i contratti di inserimento destinati alle donne di qualsiasi età. I maggiori incentivi non spettano, però, per le assunzioni in Calabria, agevolate solo con il 25% previsto per tutto il territorio nazionale. La legge n. 276/03 prevede, infatti, misure di promozione della occupazione femminile attraverso l'erogazione di incentivi, nella misura del 25%, a quei datori di lavoro che assumano donne di qualsiasi età, residenti in Italia, attraverso un “patto” che ne migliori le competenze professionali. La volontà del legislatore è di intervenire sui drammatici dati della occupazione femminile, basti pensare che è inferiore di almeno il 20% di quello maschile, mentre in Calabria è arrivata addirittura ad essere la metà (31% a 59%).
Tuttavia, il decreto contiene una novità per la Calabria, che rimane tagliata fuori dalle agevolazioni contributive superiori al 25%, previste per i soli contratti di lavoro stipulati, nel 2008, con donne residenti nelle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Questa esclusione è il risultato dell'applicazione della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato che non riconosce l'adozione di incentivi economici differenziati in aree, come la Calabria, dove i divari occupazionali tra uomini e donne non superino una determinata soglia. L'Unione Europea, a tal fine, individua esclusivamente le regioni dove il tasso di occupazione femminile sia inferiore di almeno 20 punti percentuali di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile sia di 10 punti percentuali superiore sempre rispetto a quello maschile.
La conseguenza, davvero paradossale, - come ha sottolineato Michele Tiraboschi su IlSole24Ore - è l'esclusione di questa misura, di agevolazione maggiorata, per l'inserimento nel mercato del lavoro delle donne proprio in una delle regioni più svantaggiate non solo d'Italia, ma dell'intera Europa.
Come sia potuto succedere che in Calabria siamo rimasti fuori da simili target non è difficile da capire, solo mercoledì scorso Bankitalia ha diffuso i dati in crescita dell'occupazione femminile in Calabria con un bel 1,7 percento in più, se ci aggiungiamo un'occupazione maschile in affanno, si arriva rapidamente ad uno scarto percentuale che ci relega fuori dai parametri europei.
Tuttavia, come già successo in altri settori come ad esempio l'istruzione, la Regione ha supplito a tali carenze nazionali con interventi autoctoni di sostegno alle imprese che assumano anche donne. A partire da questa estate, la Regione Calabria incentiva le nuove assunzioni con un contributo per le aziende di € 15.000,00 per ogni lavoratrice o lavoratore, oltre a duemila euro per eventuali tirocini formativi,con un impegno complessivo di 34 milioni di euro. Ad oggi oltre il 50 per cento dei neoassunti, per i quali le aziende hanno richiesto tali incentivi, sono donne.
Contemporaneamente, sono partiti i bandi per il finanziamento di prestiti d'onore per l'avvio di iniziative di autoimpiego in forma di lavoro autonome promosso da donne, con i quali si possono richiedere l'erogazione fino a € 50.000,00 per gli investimenti neccessari a far partire l'attività. Anche in questo caso, le richieste pervenute in Regione sono numerose, oltre quattrocento, a dimostrazione che la scelta politica della Giunta di scommettere sulle donne calabresi si sta rivelando vincente in una strategia di promozione del capitale sociale e di valorizzazione delle competenze femminili, che deve proseguire nella direzione indicata dalla Strategia Europea per l'occupazione di Lisbona.

Nessun commento: