giovedì 27 settembre 2007

Un giovane calabrese di mezza età

Sono un calabrese di mezza età ma mi sento come un ventenne il che è un vantaggio perché nella mia sola persona si sintetizzano le prospettive dei giovani (non oso dire giovanissimi ma credo che, volendo, potrei arrivare ad immedesimarmi anche con loro), degli adulti e della cosiddetta terza età (quella cui apparterrò anch'io diciamo tra una quindicina d'anni).

Pure importante è che il fatto di essere maschio non mi impedisce di provare spesso emozioni che agli occhi di un rozzo e superficiale osservatore passerebbero per esclusivamente femminili.

Sono quindi una specie di laboratorio vivente di global age ed in me si fondono esigenze, aspettative, speranze ed incazzature di almeno tre generazioni e di entrambi i sessi.

Ecco perché la politica e tutti quelli che aspirano ad entrarci, te compresa Ciarletta, farebbero bene ad ascoltarmi.

Che vuole, che si aspetta un giovane dalla politica? Soprattutto, questo è evidente, un giovane che, anche solo vagamente, si ispiri ad ideali di sinistra?

Io penso che quel giovane uomo o quella giovane donna avranno in mente, non necessariamente per averlo letto, quello che Norberto Bobbio disse in suo vecchio saggio in cui si proponeva di spiegare quale fosse l'essenza della distinzione tra destra e sinistra. Il vecchio maestro affermava dunque, dopo avere scartato vari possibili parametri, che è proprio della destra accettare le disuguaglianze come un fatto naturale mentre è proprio della sinistra rendere possibile il loro superamento. Cosa voleva dire il filosofo torinese, che siamo tutti uguali, che dobbiamo avere le stesse cose, che i binari della vita debbano seguire lo stesso tracciato per ogni essere umano? No, certo che no. Intendeva invece una cosa molto più semplice. Voleva dire che ognuno ha diritto a desiderare e a sognare ed a realizzare i suoi sogni e i suoi desideri se ne ha le capacità. E voleva pure dire che il governo della polis, se aspira ad essere definito di sinistra, deve creare le condizioni perché questo possa accadere senza intoppi che non siano quelli della naturale selezione in base alla capacità ed alla dedizione di ogni singolo individuo.

Accade questo nella nostra regione che pure è governata da una coalizione cui piace definirsi di sinistra?

Mi sembra di no, sono certo di no.

Cominciamo: il nostro sistema formativo (intendo il circuito scuole – università – formazione professionale) è adeguato, è in qualche modo collegato al mercato del lavoro, assicura le competenze che serviranno a chi ha la modesta pretesa di rimanere nella sua terra senza essere costretto ad emigrare?

Il nostro giovane e brillante laureato, giunto alla fine di un severo percorso formativo ma, povero lui/lei, non parente, amico, amante di alcun potente, ha una possibilità su cento di vincere un concorso pubblico (ammesso e non concesso, badate bene, che questa categoria – quella dei concorsi pubblici – abbia ancora una qualche effettività) o di ottenere un contratto a tempo determinato o una consulenza o un incarico a progetto o che cazzo ne so?

E se il nostro ipotetico brillante giovane, anziché tendere verso l'agognato posto fisso, avesse in mente una fantastica idea imprenditoriale? Avrebbe accesso ad uno dei tanti rivoli della contribuzione pubblica senza, lo ribadisco, una qualche connessione con un potente o almeno un potentino?

E se avesse bisogno di credito bancario, c'è qualche istituto che lo finanzierebbe per la sola bontà del suo progetto senza pretendere garanzie impossibili da offrire? E la nostra politica gli offrirebbe comunque, a fronte della rigidità delle banche, adeguato supporto dopoa avere sviluppato e programmato interventi specifici?

E se il nostro brillante giovane fosse una lei, e questa lei, come è naturale per una donna, progettasse di avere figli e poi li avesse, sarebbe sostenuta nel suo contesto professionale ed anzi ancora più apprezzata per avere contribuito alla continuazione della specie e per avere dimostrato di essere capace di fare più cose assieme o sarebbe invece penalizzata, discriminata e vedrebbe messi a repentaglio il suo status, le sue prospettive di carriera e finanche, almeno in alcune realtà, lo stesso mantenimento del posto di lavoro? La politica, anche quella di sinistra, lo sa questo? E fa qualcosa al riguardo? E tu, Ciarletta, che faresti se fossi dentro? Come te la caveresti?

Potrei continuare a lungo sui giovani perché, come ho già detto, mi sento freschissimo ma non voglio annoiare nessuno.

Quindi smetto ma mi farò vivo di nuovo per sviluppare per intero la mia personalità. Baci.

GP

1 commento:

MGM ha detto...

Cosa un giovane si aspetta dal PD? Non credo sia diverso da quello che una buona parte di non (più tanto) giovani si aspetta da un partito che nasce con l'ambizione di essere "altro" da quello che concosciamo. Meno contabilità (di voti, di correnti, di poltrone, di incarichi, di capi elettori) e più anatomia (cuore, stomaco, testa), meno retorica e più responsabilità. E il coraggio per gestirla tutta questa reponsabilità nel momento in cui le decisioni, senza orpelli falsamente ideologici, devono essere assunte in materia di ambiente, lavoro, sviluppo economico.
MGM