La
recente approvazione della riforma professionale forense, avvenuta il
dicembre scorso con la legge n. 247/2012, ha dato il via ad una serie
di analisi, valutazioni e approfondimenti sui contenuti della stessa.
Su
impulso del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati di Reggio Calabria, ne parleremo mercoledì 27
febbraio assieme agli avvocati Susanna Pisano e Michele Salazar,
entrambi consiglieri presso il Consiglio Nazionale Forense, in
occasione dell'evento formativo sul tema “Riforma Professionale
Forense ed equilibrio di genere”.
Il
testo legislativo contiene, infatti, disposizioni specifiche in tema
di rappresentanza di genere e pari opportunità, raccogliendo le
richieste da tempo formulate da parte degli organismi di parità
dell'avvocatura, ed in particolare della Commissione Pari Opportunità
dello stesso CNF, congiuntamente alla Rete dei Comitato Pari
Opportunità degli ordini circondariali.
L'esigenza
di introdurre dei meccanismi di riequilibrio della presenza femminile
in seno agli organismi elettivi nasce dalla lettura del dato
oggettivo della presenza delle donne, tanto all'interno delle
organizzazioni forensi territoriali che nazionali.
Basti
pensare che ci sono due donne consigliere su 29 componenti eletti
presso il Consiglio Nazionale forense, dopo decenni di totale assenza
di rappresentanza femminile in questo organismo. Eppure la componente
femminile dell'avvocatura supera il 46 percento e sale al 56 percento
quando si guarda ai praticanti avvocati!
Anche
all'interno dei consigli degli ordini territoriali la presenza
femminile è marginale, seppure in costante ma lenta crescita, con
una media nazionale del 26 percento di consiglieri donne su oltre
duemila consiglieri presenti sul territorio.
Se
poi si legge in quale misura questo 26 percento acceda alle cariche
apicali (presidente, segretario e tesoriere) le donne Presidente sono
15 su 165 consigli territoriali, scendendo quindi la presenza
femminile al 9 percento.
Procederò
ad una lettura più approfondita del dato della condizione femminile
nell'avvocatura in occasione del seminario, ciò che adesso interessa
è capire come il legislatore abbia trasformato in dettato normativo
la prescrizione costituzionale che prevede, all'art. 51, la
parità di accesso alle cariche elettive per entrambi i sessi.
La
riforma introduce meccanismi correttivi in tema di elezioni e di
composizione delle liste elettorali per il riparto di genere
nell’accesso ai Consigli degli Ordini circondariali (art. 28), al
Consiglio Nazionale Forense (art. 34) e nei Consigli Distrettuali di
Disciplina (art. 50).
Nelle elezioni per i Consigli circondariali,
si prevede che “il
riparto dei consiglieri da eleggere sia effettuato in base a un
criterio che assicuri l’equilibrio tra i generi”
e che “la
disciplina del voto di preferenza debba prevedere la possibilità di
esprimere un numero maggiore di preferenze se destinate ai due
generi”
(art. 28, secondo comma).
La doppia preferenza di genere fa
capolino anche tra gli avvocati, anche se è necessario attendere il
regolamento attuativo che disciplinerà nel dettaglio le modalità di
applicazione del principio, che si concretizzerà nella possibilità
per l’elettore di votare per due candidati purché di sesso
diverso.
Ma l'art.28 va oltre e prevede, al secondo comma, che nei
Consigli degli Ordini “il
genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo dei
consiglieri eletti”.
Analogamente
la norma sulle elezioni del Consiglio Nazionale Forense (art. 34)
prevede che “le
elezioni per la nomina dei componenti non sono valide se non
risultano rappresentati entrambi i generi”
.
Simili
affermazioni mirano ad introdurre non solo meccanismi di riequilibrio
delle candidature, e, quindi, una parità di chances
per tutti e tutte, ma anche una parità di risultato, obiettivo,
questo, molto ambizioso, sul quale credo si concentreranno i
dibattiti più interessanti.
Infine,
è importante ricordare un altro storico risultato raggiunto dagli
organismi di parità dell'avvocatura italiana, con l'introduzione
della prescrizione della presenza, presso ogni consiglio dell'ordine,
del comitato pari opportunità degli avvocati.
Da
quando, poco più di dieci anni fa, la Commissione Pari Opportunità
del Consiglio Nazionale Forense cominciò a sostenere la costituzione
dei Comitati pari opportunità presso i consigli fece una scommessa
oggi risultata vincente, contando oggi su una Rete di comitati ormai
consolidata e con esperienze innovative importanti come quella della
Rete dei Comitati Pari Opportunità della Calabria, che riunisce le
avvocate di tutti i consigli territoriali calabresi.
*di
Stella Ciarletta – avvocato, Consigliera Regionale di Parità
nonché componente Commissione Pari Opportunità presso Consiglio
Nazionale Forense
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