mercoledì 24 luglio 2013

Chi ha paura della doppia preferenza? una riflessione sul risultato elettorale delle recenti elezioni amministrative


dL’introduzione della doppia preferenza di genere, cioè della possibilità di votare due candidati di sesso diverso, alle ultime elezioni amministrative ha destato un interesse tiepido nel dibattito politico, tanto nazionale che locale. Ad esclusione dell’impegno profuso dagli organismi di parità territoriali, che hanno sistematicamente diffuso la novità, i partiti sono rimasti silenziosi su questa importante novità legislativa.

Eppure proprio in una regione del Meridione come la Calabria, maggiore dovrebbe essere sentita l’urgenza democratica di una pressoché totale assenza delle donne nelle assise pubbliche; se a livello nazionale, infatti, le sindache rappresentano solo il 13% del totale,  da noi si contano sulle dita di una mano e quelle poche incontrano non poche ostilità in termini di riconoscimento e legittimazione.

Ma quale è stato l’impatto della preferenza di genere nell’ultima tornata elettorale nei Comuni italiani?

Roma è l’esempio più lampante di un trend che modifica significativamente lo scenario: le consigliere sono passate da due a 15 su 48, rappresentando oggi il 30 percento dei consiglieri.

Ma il dato più interessante è quello relativo alle preferenze raccolte dalle singole elette, le quali prendono più voti degli uomini, come a dire che la novità e la qualità delle candidature viene premiata.

Tutti questi elementi vanno letti tenendo conto di alcuni aspetti: il primo è che quest’anno in tutti i consigli comunali sono stati tagliati i numeri dei seggi, determinando un aumento della soglia di “concorrenza” che ha favorito comunque le candidature femminili. Il secondo riguarda la bassa percentuali di cittadini che hanno optato per la doppia preferenza, essendo una scelta facoltativa e non obbligatoria dell’elettore quella di esprimere due voti.

Quindi, malgrado il boicottaggio comunicativo e politico, la doppia preferenza ha preso piede e si tratta di un processo irreversibile, che vede come passo successivo l’estensione dello strumento anche nella riforma elettorale nazionale e regionale.

Se la Corte Costituzionale prima e il legislatore dopo, con la legge 215 entrata in vigore nel 2012, hanno stabilito che la doppia preferenza è indispensabile per la realizzazione di una piena democrazia paritaria a livello nazionale e locale, appare una apodissi che essa lo sia anche a livello regionale.

E non esistono più alibi per i consiglieri regionali vari a rallentare l’iter consiliare che porta la proposta di legge in aula, né per scaricare sull’altra parte le responsabilità della mancata approvazione.

Oltre settemila persone hanno sottoscritto una proposta di legge regionale in tal senso, ed è dovere dei consiglieri rispettare questa volontà popolare, innanzitutto completando il percorso che porterà il testo in aula. Nel frattempo, spetta a noi donne monitorare il lavoro del consiglio regionale e spronare la politica; ogni silenzio o sottovalutazione, in questo momento, si trasformerebbe in una comoda scusa per quei consiglieri che potrebbero affermare “ma se neanche le donne ci credono!” e, di conseguenza, affossare il destino del testo. Invece, dobbiamo continuare a tenere l’attenzione viva su questo tema e partecipare tutte al dibattito che potrebbe cambiare definitivamente il volto della politica in Calabria.

                                                                       La Consigliera Regionale di Parità

                                                                                  Stella Ciarletta

domenica 14 luglio 2013

Pronta a intervenire su composizione OIV Regione Calabria se lesiva delle Pari Opportunità


Ho letto con attenzione la nota del consigliere regionale Naccari sulla presunta violazione della normativa antidiscriminatoria nella composizione tutta al maschile dell'Organismo Interno di Valutazione (OIV) della Regione Calabria e, naturalmente, raccolgo l'invito ad occuparmi del caso. La consigliera di parità è l'unico organismo competente ad intervenire nei casi di discriminazione di genere, siano essi individuali o collettivi. Recentemente sono state diverse le sentenze favorevoli che hanno dato ragione all'ufficio della Consigliera e anche in questo caso approfondirò la questione per valutare se intervenire al fine di rimuovere la discriminazione lamentata. Invito il consigliere Naccari e chiunque venga a conoscenza di casi simili a denunciarli presso gli uffici delle consigliere di parità, le quali  sono espressione del Ministero del Lavoro in Calabria e hanno come mission istituzionale la lotta alle discriminazioni che le donne subiscono nel mercato del lavoro e sono anche gli unici organismi a poter agire in giudizio per la tutela.
La Consigliera Regionale di Parità
Stella Ciarletta